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Tentare di abbracciare con un solo sguardo tutto l’orizzonte, a Napoli, può voler dire limitare il proprio campo visivo. Non è una città “orizzontale” quella che si offre agi sguardi del visitatore bensì una stratificazione di epoche, stili architettonici, eventi, personaggi, luci e ombre: in pratica, una città “verticale” che riposa, invisibile, sotto una coltre superficiale di pietra e storia.

Cominciamo il nostro viaggio nella Napoli misteriosa scendendo nel sottosuolo, nell’immenso dedalo di cavità create dall’attività vulcanica e poi ampliate dall’uomo, che si estendono sotto l’intero territorio urbano. Varcando una porta che si apre al n°52 di Vico Sant’Anna di Palazzo e percorrendo i gradini di una lunga scala, si comincia il cammino nel ventre tufaceo della città. Nella luce gialla dell’illuminazione si attraversano paesaggi scavati nella roccia.Nel silenzio rotto solo dai passi che riecheggiano nella penombra, si ripercorre parte del tracciato dell’antico acquedotto tra le testimonianze dei giorni e delle notti trascorse dai napoletani in attesa della fine dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.

Cappella di SanseveroAlla fine del percorso si riemerge in Via Chiaia, continuando il nostro itinerario alla scoperta dei segreti di Napoli in superficie: partendo da Piazza del Gesù Nuovo, basta sbirciare all’interno dei portoni e dei palazzi nobiliari che si susseguono in via Benedetto Croce. Quasi a ridosso di Piazza San Domenico Maggiore, seminascosta nell’intrico urbano, troviamo la Cappella di Sansevero (via De Sanctis 19), che Raimondo di Sangro volle così ricca di elementi stilistici e architettonici di squisita fattura da tramandare nei secoli la propria figura. Opere come La Pudicizia, scolpita nel marmo nel 1751 da Antonio Corradini, Il Disinganno di Francesco Queirolo e il Cristo Velato (1753) di Giuseppe Sammartino sono gli elementi più evidenti di un’impressionante concentrazione di capolavori di famosi artisti, pittori e scultori come Francesco Maria Russo, artefice della volta affrescata “La Gloria del Paradiso“. Nella cavea della Cappella troviamo anche, conservati in grosse bacheche di vetro, i due sconcertanti scheletri completi di sistema venoso e arterioso, realizzate dal medico Giuseppe Salerno.

La Pudicizia

Inoltre, La Cappella di Sansevero è stata indicata nella classifica di Trip Adviosor “Travellers Choice 2013 e 2014” come Museo Italiano preferito dai viaggiatori di tutto il mondo. La Cappella di Sansevero è vicina al cuore del centro storico, nei pressi di via dei Tribunali. Proprio lungo questa strada si trova la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco: la chiesa d’e ccape é morte, termine popolare mutuato dai teschi e femori di bronzo che sormontano le colonne paracarro di piperno antistanti alla scalinata a doppia rampa che conduce al portale d’ingresso. Una volta abituati gli occhi alla penombra è facile scorgere gli elementi dell’edificio: piccoli teschi nei capitelli dell’altare, i cancelli ottocenteschi delle cappelle laterali e il teschio velato, pregevole scultura realizzata da Dionisio Lazzari, posta alle spalle dell’altare.

Uscendo dal portale della Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, si torna in via dei Tribunali e alla Napoli che avvolge come un sipario la città nascosta e tinta di fantastico.

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